Chi siamo

Alceste Shoes

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La nascita

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Alceste nasce nel lontano 1946 nel ridente paese di Ponte Felcino, piccola frazione del comune di Perugia. L’amorevole mamma Lina, casalinga, e il gran lavoratore papà Mariano, operaio nel locale lanificio, educano Alceste e la sorella Edda, all’onestà e all’umiltà, ma soprattutto alla dedizione al lavoro.

Già dai primi anni di vita, spicca la forte personalità e vivacità del nostro, che con le sue ripetute scorribande, non tarda a farsi conoscere da tutti i compaesani, non sempre contenti di avere un incontro ravvicinato con la piccola teppa.

Alcuni dei ricordi più “intensi” sono da parte dei glutei della farmacista Bolli, “baciati” amorevolmente da un bastone di ferro arroventato, o del naso di Peppino scontratosi “accidentalmente” con una paletta di ferro da camino, o ancora della testa del buon vicino Marsilio, che si trovò a colpire al volo non una palla crossata, ma un bel martello di ferro.

Il piccolo imprenditore

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Lo spirito imprenditoriale non tarda ad affiorare già in tenera età, stimolato anche dall’esempio dal grande papà che, damigiana in spalla, una volta terminato l’orario di lavoro in fabbrica, si recava alla fonte di Cirimbilla (così ribattezzata dal nome del contadino che risiedeva nei paraggi), situata in collina e distante alcuni chilometri, per riempirla con quell’acqua purissima e leggerissima (acqua che il medico del paese Dottor Vischia prescriveva) che poi rivendeva per poche lire a bottiglia ai suoi compaesani.
Lo stipendio del padre era sufficiente per non far mancare nulla ai propri figli, ma non per acquistare oggetti di desiderio quali “la” bicicletta, ambitissima da molto tempo dal nostro piccolo Alceste, che per raggiungere il suo sogno, si costruì un contenitore da appendere al collo, poi utilizzato per vendere caramelle e bibite durante le pause dei film nel locale Cinema Eden.
La scaltrezza del giovane imprenditore già trovava sfogo nei suggerimenti che elargiva al proiezionista “Culino”, invitandolo a far “saltare” la pellicola del film in diverse occasioni durante la visione, così che potesse passare tra gli spettatori e vendere molte più caramelle e bevande.
Fu scontato che con quei piccoli guadagni riuscì ad acquistare l’amata bicicletta.
Durante una delle tante attività svolte all’interno del cinema, fra le quali attacchino di manifesti, compilatore di borderò e galoppino, oltre naturalmente che assistente proiezionista con specializzazione nell’ “infilaggio” di dita nel proiettore (nonostante le ripetute raccomandazioni di non farlo da parte del paziente “Culino”), viene a sapere dall’anziano amico “Canzio”(che dobbiamo ringraziare per aver dato il via alla lunga carriera di Alceste), che Alfredo e Mario Pagnottini, titolari di uno dei due negozi di scarpe del paese, stavano cercando un ragazzino come aiuto di bottega.
La decisione fu immediata e Alceste si presentò al capezzale dei Pagnottini il giorno seguente, alla tenera età di 13 anni…era il 1959.
Fu amore a prima vista con quel lavoro e con le scarpe, anche se di frequente il nostro se ne tornava a casa a letto dopo aver subito un rimprovero da parte di Alfredo, che con pazienza lo rimandava a chiamare da Mario il postino.
L’anno successivo papà Mariano andò in pensione, lasciando libero un posto da operaio al lanificio del paese (lavoro ambitissimo da tutti i paesani).
L’allora proprietario della fabbrica Giancarlo Guelpa, come era consuetudine in quegli anni, propose al neo-pensionato papà, se il figlio volesse prendere il suo posto, ma con grande delusione e anche una buona dose di arrabbiatura, soprattutto da parte della mamma, Alceste rifiutò quel lavoro ritenuto “sicuro” con un perentorio “Io ‘n ce vo’!” (Trad.: Io non ci vado!).
Ormai la strada era tracciata, il suo posto sarebbe stato tra le scarpe.
Quel ragazzino pestifero ci sapeva fare e passò venti anni nel negozio dei Fratelli Pagnottini, acquisendo esperienza e diventando il braccio destro dei titolari, ma soprattutto guadagnandosi la stima dei suoi compaesani, una volta vessati dalla sua vivacità.

La maturità

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In quei venti anni, oltre al lavoro, Alceste si dedica alle ragazze e alla musica, formando un piccolo gruppo musicale sulla scia dei meravigliosi anni ’60. Inizialmente chiamato “Gli Astri”, il gruppo debutta nel 1965 nella piccola frazione di Torchiagina (raggiunta da Alceste con la Sua amatissima Bianchina Special decapottabile), cambia più volte formazione e soprattutto nome, fino ad arrivare a chiamarsi “Le Pantere Nere di Via Teulada di Roma”. Durante un’esibizione in una delle tante frazioni del perugino, si verifica un simpatico ed inaspettato aneddoto. Dal pubblico si leva una voce che grida “Ma che Pantere Nere de Via Teulada, quill’ è ‘l calzleo de Pont’ Felcino!” (Trad.: Ma che Pantere Nere di Via Teulada, quello è il calzolaio di Ponte Felcino!). Nel 1973 conosce una splendida ragazza di Ellera che segnerà per sempre la sua vita, Maria Antonietta. Per lei abbandona la vita da latin lover e nel 1975 convola a giuste nozze. Nel 1976 nasce il meraviglioso primogenito Filippo e nel 1977 il fratellino Alessio. Nel 1979 ormai i tempi sono maturi per spiccare il volo e aprire un negozio tutto suo. Dopo venti anni passati come dipendente, non senza un grande dispiacere nei confronti dei Fratelli Pagnottini che per lui tanto avevano fatto, Alceste insieme alla moglie decidono di insediarsi con la nuova attività nella frazione di Ellera, ritenuta un’ottima piazza anche grazie alle numerose attività manifatturiere presenti nella zona, quali Ellesse, Primigi, Sicel. I soldi sono pochi e i timori e debiti tanti, ma quello che Alceste ha di più grande è l’esperienza accumulata negli anni e una grande donna al proprio fianco. Il 3 settembre 1979 viene inaugurato in Via Gramsci 22 il negozio battezzato con l’innovativo (per allora) nome Alceste Shoes a Perugia. Durante il primo anno, in attesa che sia pronto il nuovo appartamento, Alceste e Maria Antonietta dormono nel garage dei genitori di lei, i meravigliosi Francesco e Rita. I sacrifici sono tanti, i giorni di riposo pochi e le nottate passate in negozio molto lunghe, ma tutto questo viene premiato dalla fiducia dei clienti che subito capiscono che hanno a che fare con un personaggio che ha frequentato “L’Università della Scarpa”, come ama definire Alceste il suo lungo tirocinio. Nel corso degli anni, il negozio si specializza prevalentemente in linee classiche sia da uomo che da donna e in linee comode per signora, eliminando qualsiasi “firma”, ma mantenendo alta la qualità dei prodotti, scelti prevalentemente tra piccoli calzaturifici italiani. Con il passare del tempo, la squadra di Alceste Shoes a Perugia si ingrandisce con l’ingresso del figlio maggiore Filippo, che sia per far fronte alla crisi degli ultimi anni, che per passione personale, dopo aver celato per anni quest’idea, nel 2014 inizia l’organizzazione e la ricerca di artigiani per offrire un nuovo servizio di SCARPE FATTE A MANO SU MISURA, servizio che si concretizza nel 2015. La passione per questo mestiere e per le scarpe realizzate da veri artisti-artigiani come opere d’arte uniche, fa si che tutti i nostri clienti, vecchi e nuovi, riescano ancora a trovare nel piccolo negozio di paese, il giusto mix fra tradizione, professionalità, competenza e soprattutto cortesia, qualità che si stanno sempre più perdendo con la nascita dei nuovi mega centri commerciali. Se avete avuto la curiosità e la pazienza di arrivare fino in fondo, questo è un piccolissimo omaggio ai nostri genitori per essersi fatti da soli, aver rischiato e aver creato qualcosa dal nulla, senza aiuti, se non quelli ricevuti dalle persone care.

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Le scarpe sono il nostro forte, ma non solo quelle.

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Borse

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Scegliere una scarpa su misura fatta a mano, non significa acquistare un semplice prodotto, ma vivere un’esperienza coinvolgente e affascinante, a cui i nostri mastri artigiani calzaturieri, con amore e passione, riescono a dare corpo con la realizzazione di vere opere d’arte.